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IL LINGUAGGIO CORRETTO: ENNESIMO CASO DI RAPPRESENTAZIONE NEGATIVA DELLA DISABILITÀ - 06/09/2023

COMUNICATO STAMPA

IL LINGUAGGIO CORRETTO: ENNESIMO CASO DI RAPPRESENTAZIONE NEGATIVA DELLA DISABILITÀ DA PARTE DEL MONDO DEI MEDIA

"Autismo di gruppo": questa è l’espressione (dura da digerire) che è stata pronunciata dall’ospite Andrea Di Consoli durante la trasmissione “Estate in diretta”, andata in onda su RAI Uno il 28 agosto u.s., per descrivere il comportamento alla base dei recenti gravi fatti di Palermo.

Un’espressione che non è certo mancata all’attenzione delle Famiglie Anffas le quali, venute a conoscenza dell’accaduto, hanno immediatamente richiesto con urgenza di far sentire, per tramite di Anffas Nazionale, la propria indignazione e rivendicare, ancora una volta, l’importanza nonché l’impatto che le parole hanno sulla vita delle persone con disabilità.

Siamo convinti che il sig. Di Consoli non abbia pregiudizi sulle persone nello spettro dell’autismo né tantomeno sulle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo in generale.” Dichiara Roberto Speziale, Presidente di Anffas Nazionale. “Si tratta, purtroppo, di un ancoraggio culturale difficile a morire per cui si tende ad utilizzare la disabilità in termini dispregiativi per stigmatizzare, in negativo, un dato comportamento. Ciò, tuttavia, NON deve e NON può giustificare chi ne fa utilizzo, soprattutto se lo fa in qualità di rappresentante del mondo dell’informazione e, come tale, responsabile dei messaggi che possono passare mediante la scelta di uno specifico lessico”.

“Non possiamo che biasimare l’utilizzo della terminologia utilizzata che alluderebbe - siamo certi involontariamente - ad un collegamento diretto tra la violenza perpetrata a Palermo e la condizione di autismo.”

Un accostamento a duplice rischio: da un lato, l’espressione utilizzata, presuppone da parte delle persone nello spettro dell’autismo un’indole innata alla violenza, in questo caso di genere; dall’altro giustifica in considerazione della propria “disabilità” chi si rende protagonista di tali violenze. È fuor di dubbio come questo non sia accettabile per Anffas, per le persone con disabilità intellettive e le loro famiglie, né tantomeno per le vittime di siffatte violenze!

Le parole hanno un peso, soprattutto quando si parla di disabilità e di persone con disabilità - continua il Presidente Speziale - una sola espressione impropria passata in sordina rischia di vanificare gli sforzi che da decenni tutto il movimento delle persone con disabilità, in particolare intellettive e con disturbi del neurosviluppo, stanno facendo per contrastare pregiudizi, cliché e stereotipi che continuano purtroppo a circondare le persone con disabilità e le loro famiglie.”

 

In allegato il Comunicato Stampa