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Il dialogo per costruire giustizia sociale e ambientale

Data/ora d'inizio

22

aprile 2024

Ore: 10.0

Data/ora di fine

22

aprile 2024

Ore: 12.0

Luogo

Palazzo D'Accursio, Sala Farnese, Piazza Maggiore 6, Bologna

Convegno in presenza e on-line.

Lunedì 22 aprile dalle ore 10:00 alle ore 12:00 presso la Sala Farnese di Palazzo D’Accursio, in piazza Maggiore 6 a Bologna si terrà il convegno “In dialogo: per costruire giustizia sociale e ambientale” che vedrà confrontarsi attorno al tema della transizione ecologica giusta il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, e Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, moderati da Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore. Il dialogo tra il card. Zuppi e Barca partirà dal racconto di quattro esperienze già attive sul campo che esporranno prospettive e ostacoli incontrati nell’intrecciare l’attenzione alla giustizia sociale con quella alla giustizia ambientale. Interverranno: Raffaello Bolognesi, cooperativa sociale La Fraternità Onlus; Alessandro Caspoli, Diocesi di Bologna; Eros Gualandi, presidente della cooperativa agricola Il Raccolto di Bologna; Carmen Nappo, dipendente Italia Green Factory (ex Whirlpool). L’incontro sarà aperto dai saluti istituzionali del sindaco di Bologna, Matteo Lepore.

 

Sullo sfondo due domande: è possibile imboccare oggi la strada di una rapida transizione ecologica, capace di coniugare giustizia ambientale e giustizia sociale? Affrontare l’intreccio tra queste due emergenze può essere la leva per contrastare la sofferenza di milioni di persone e ridare loro la speranza di un futuro migliore?

 

Il quadro con cui ci misuriamo è davvero complicato. Viviamo una fase di rapidi e profondi cambiamenti e l’abisso delle guerre è lì a segnalarci i rischi del prossimo futuro. I giovani percepiscono questo clima di incertezza e di rischio e troppo spesso non trovano spazi di partecipazione per costruire collettivamente nuovi sentimenti positivi finendo per rimanere chiusi nei circuiti dell’individualismo, vittime di nuove patologie come l’“ecoansia”.

 

Intanto in troppe parti del mondo le migrazioni rimangono l’unica “politica di adattamento” a disposizione delle persone costrette ad abbandonare i propri luoghi di vita e lavoro. Mentre il mondo del fossile, come ha dimostrato la recente COP28, non potendo più negare la crisi climatica, ha messo in campo una nuova strategia che punta a rallentare la transizione necessaria, cavalcando la paura del cambiamento e disegnando scenari drammatici nei quali la transizione comporterebbe un “bagno di sangue”.

 

Piuttosto abbiamo bisogno di un “bagno di realtà”. L’errore più grave sarebbe non agire.

Oggi sono disponibili le tecnologie e le conoscenze necessarie per contrastare il cambiamento climatico, valorizzare le fonti energetiche rinnovabili accessibili a tutti, diffondere nuovi stili di vita compatibili con la conservazione degli equilibri naturali. Oggi è diffusa una nuova consapevolezza dei danni che la crescita esponenziale delle disuguaglianze ha provocato alla coesione sociale, al senso di comunità, allo spirito solidaristico. Rimandare sine die la transizione vuol dire esporre ancor di più quelle fasce fragili che già stanno pagando il prezzo dell’attuale modello di sviluppo, delle privatizzazioni forzate, del taglio al welfare state.

La transizione nel quadro dell’ecologia integrale permette di non escludere nessuno.

 

Per partecipare è necessario prenotarsi. Per maggiori informazioni, programma e link per la prenotazione www.forumdisuguaglianzediversita.org